IN RICORDO DI ENNIO DORIS

IN RICORDO DI ENNIO DORIS

Giunto in silenzio e in punta di piedi alla fine della strada dove inizia quella del Cielo, ha iniziato il Grande Viaggio Ennio Doris, imprenditore e socio da oltre un ventennio del Lions Club Cittadella.

Quando se ne va qualcuno che, dal nulla, è riuscito a raggiungere con determinazione una rilevante posizione nella società, viene difficile trovare le parole giuste per raccontarlo, perché tutto sembra banale e scontato. Perciò, non siamo qui a parlare del Doris da tutti conosciuto, ma dell’Uomo cresciuto su solide radici e animato da principi di stampo antico, quelli che si consacrano, in primis nella Famiglia: la famiglia – appunto – è tutto, amava dire, la moglie Lina, i due figli Massimo e Sara, i sette nipoti. Poi la dedizione al servizio attivo anche attraverso il lionismo, Lions tra Lions sempre rivolto a conoscere i problemi e le necessità della gente: la promozione del vivere solidale, che è l’essenza della mission dei Lions, Ennio Doris la traduceva poi in azioni concrete e spesso coperte dalla confortevole ombra della riservatezza, uno dei tanti suoi valori aggiunti.
Era, Ennio Doris, un Lions già in re ipsa, ben prima, quindi, di entrare a far parte del suo club: nel 2015, proprio per sottolinearne l’eccezionale valore professionale, sociale e umano, Barry Palmer, allora presidente in carica della LCIF, gli conferì a Padova la MJF.
Non aveva mai dimenticato i magri tempi dei suoi primi vent’anni e, pur essendo consapevole dei livelli conquistati, cosa di cui non portava vanto alcuno, aveva mantenuto il forte legame con la terra d’origine, dove tornava per starsene in famiglia, per rivedere parenti e amici e respirare l’aria di Tombolo, nel cuore dell’Alta Padovana, che gli aveva dato i natali ottantuno anni fa.
Ora rimane la condivisione del dolore che passa attraverso il setaccio dei sentimenti per un distacco così importante, che ha tolto alla sua famiglia e a quanti gli erano vicino, una presenza di cui rimarranno i ricordi e le tracce profonde del passaggio terreno: dei suoi talenti, ricorderemo l’intelligenza, la lungimiranza, il garbo, l’eloquio chiaro e accessibile ai molti e la modernità di un autentico visionario. Inguaribile ottimista, la notte potrà essere lunga e profonda, ma poi ricompare sempre il giorno, andava spesso ripetendo per rincuorare la gente nei momenti difficili: c’è anche domani, era infatti il suo motto.
Dobbiamo, quindi, essergli sempre grati perché Ennio Doris ci ha largamente anche contagiati con il sorriso, l’accattivante semplicità, la capacità di voler sognare e di farci sognare. È stato grande ed ora gli sia dolce il cammino intrapreso verso la Nuova Vita, verso quella Felicità, cui ha sempre profondamente creduto sino all’ultimo giorno della sua feconda esistenza. (Gianfranco Coccia)