Covid… il punto sul vaccino

Covid… il punto sul vaccino

È l’unico presidio che può contrastare il cov sars2. Chi lo nega sragiona, se ne renda o no conto. Tra l’altro la vac-cinazione è l’atto medico su cui abbiamo la maggiore messe di dati: un secolo e mezzo di esperienze, per la nostra tranquillità. Di Sandro Sprocato *

Quindi tutti vaccinati. Almeno 7 colossi farmaceutici lavorano alla realizzazione del vaccino, purtroppo non in condivisione. Il primo vaccino, dopo il cinese (Sinovac) di cui si sa molto poco e il russo (Sputnik), sarà di Pfizer che consegnerà presto, forse troppo, perché gli stessi ricercatori qualche domanda in attesa di risposta ancora ce l’hanno; la più pressante riguarda gli effetti collaterali. Non c’è farmaco che abbia sull’organismo un unico effetto: tolleriamo quelli “collaterali” per i vantaggi di quello terapeutico.
Ministri, ISS e commissari ci assicurano che il vaccino (quale?) “è sicuro” che vuol dire tutto e non vuol dire niente. Abituati a farmaci con un bugiardino da avvolgerci un divano, per il vaccino solo 2 parole? Dato che vaccinate per prime saranno le categorie “a rischio”, personale sanitario e anziani, il o i vaccini, deve essere efficace e affidabile. E qui i dati sono ancora incompleti.
Poi non secondario problema è la logistica. Tutti i vaccini si degradano se non conservati a bassa o bassissima tempera-tura. Pfizer appronterà bag refrigerate da circa 1000 dosi per garantire 48 ore di conservazione sicura. La stabilità sale a 10-12 giorni se il vaccino è conservato a -80°C. Quindi pochissimo tempo per utilizzare l’intero stock: trasporto in loco, catena del freddo, personale sanitario addetto e prenotazione dei soggetti da vaccinare, periodo di osservazione, strutture di supporto, raccolta dati a fini statistici ed epidemiologici.
Come saranno organizzati i turni nelle strutture ospedaliere e similari? Chi e con quale protocollo raccoglierà i dati?Vaccinare 500 persone in un solo giorno non è semplice, ci si riusciva nel sistema militare di cinquant’anni fa, ma oggi?Quindi la logistica per una vaccinazione di massa va studiata e simulata con largo anticipo per esser certi che funzioni. Il piano c’è, dice il Commissario Arcuri, ma nessuno ne conosce i particolari. Se tutto non funzionasse con precisione svizzera i rischi sono 2: dover gettare dosi di vaccino perché degradato o rischiare una “vaccinazione” non vaccinante. In attesa del vaccino affidiamoci con pignoleria alle misure di prevenzione: mascherina sopra il naso sempre, distanzia-mento di oltre un metro, via le scarpe prima di entrare in casa, soprascarpe per gli ospiti, igiene delle mani quando si rientra, disinfezioni delle superfici toccate.
*Infettivologo – Distretto 108 Ib3 – LC Piacerna Farnese.