Morire di fame o di Covid-19 la narrazione su media e social

Morire di fame o di Covid-19 la narrazione su media e social

La comunicazione sociale è uno degli ambiti che, durante il mio percorso di studi e di formazione, mi ha spinto ad interessarmi di quei fenomeni della società che coinvolgono quella parte della popolazione che non vede rispettati i suoi diritti o non ottiene il rispetto che merita. In questi difficili mesi ci siamo trovati a fronteggiare una situazione inaspettata che ha, in un modo o nell’altro, cambiato le nostre vite. Di Francesco Pira

Il 10 settembre è stato pubblicato, in veste digitale, il “Rapporto Coop 2020 – Economia, Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, parte integrante di italiani.coop, il portale di ricerca e analisi sulla vita quotidiana degli italiani curato dall’Ufficio Studi Coop. Ho voluto leggere con attenzione i dati che sono emersi da questo rapporto e mi sono reso conto di quanto sia cambiata la realtà sociale dei cittadini italiani.
Ho capito, leggendo tutti i dettagli di questo Rapporto, come gli effetti della pandemia hanno non solo sconvolto le nostre vite, ma hanno prodotto la più importante recessione dal secondo dopoguerra.
Basti pensare che il Covid ha sottratto ben 12.500 miliardi di dollari di Pil mondiale in un anno. Sono 170 i Paesi che subiranno una contrazione del Pil procapite nel 2020 (per l’Italia le ultime previsioni si attestano a un -9,5%), e solo nel 2023 (per i più pessimisti nel 2025) il nostro Paese ritornerà ai livelli precedenti la pandemia.
Tante, direi troppe, le diseguaglianze economiche che viaggiano accanto ai disagi psichici e sociali delle fasce più deboli e fragili. Mi sono interrogato su come ci siamo ritrovati ad un bivio: morire di fame o morire di Covid-19.
Mi ha colpito profondamente il video, diventato poi virale sui social, di una giovane donna che urlava in piazza disperata perché non aveva più un lavoro e non aveva più la possibilità di pagare le bollette.
Lo sconforto della gente intervistata, in queste ultime settimane, è talmente disarmante che davvero non sappiamo più cosa sia meglio per la nostra vita.
L’atteggiamento delle persone è cambiato rispetto ai primi mesi della pandemia e questo per molte motivazioni. L’ottimismo e quel “ce la faremo” risuona quasi come un ricordo lontano, poiché adesso ha lasciato spazio alla rabbia, alla delusione e al disinganno. La narrazione giornalistica e la rappresentazione sui media ripropone ora dopo ora la domanda: meglio morire di fame o di Covid-19? E la risposta non è facile. Allora l’unica strada è la solidarietà. E anche sui media e sui social l’impegno che anche noi Lions dobbiamo avere è quello di far vincere la forza della solidarietà contro la paura della fame, e della perdita del lavoro.