Nasce il “Bosco Diffuso Lions”

Nasce il “Bosco Diffuso Lions”

L’evoluzione del progetto “Tre Alberi per salvare il Pianeta”

Il Consiglio dei Governatori sposa la proposta del delegato all’Ambiente, Pio Visconti. Lions e Leo sollecitati a piantare alberi da dedicare ai soci scomparsi, a cominciare da Melvin Jones. Memoria. Educazione. Futuro. Di Pierluigi Visci

Mettiamo un punto e rilanciamo. La nostra campagna “Tre Alberi per salvare il Pianeta” ha compiuto brillantemente i primi dodici mesi di impegno e inizia il secondo anno in maniera ancora più brillante. Nella fase che è alle nostre spalle abbiamo registrato l’adesione di un quarto dei nostri Club Lions e Leo. Era la metà dell’obiettivo minimo fissato dal Direttore di Lion ai nastri di partenza. Molti di questi Club hanno anche sottoscritto “Patti di Collaborazione” con Consigli di Quartiere e Amministrazioni comunali, nuova frontiera del dialogo e della relazione positiva tra pubblico e privato, ovvero le nuovo forme di protagonismo civico dei cittadini (in forma associata) nelle istituzioni territoriali.
Anche queste collaborazioni sono il frutto – o la conseguenza, mettiamola come ci pare – del Protocollo d’Accordo sottoscritto nel passato anno lionistico dall’ANCI (Associazione dei Comuni d’Italia), nella persona del presidente del Consiglio nazionale Enzo Bianco, con la presidente dell’allora Consiglio dei Governatori, Mariella Sciammetta.
Un passaggio importante che sottolineava, allo stesso tempo, il valore dell’associazionismo (che sarà ancora più efficiente e diffuso con l’ingresso dei nostri Club nel Terzo Settore), il prestigio del lionismo italiano, l’attualità e la lungimiranza del programma “Tre Alberi per salvare il Pianeta” proposto e alimentato da “Lion”. Che, è opportuno ricordarlo, in ogni numero della rivista nazionale, da dicembre 2021 a dicembre 2022 non ha mai mancato di dedicare spazio, attenzioni e sollecitazioni ai Club di tutta Italia e sollecitazioni ai più refrattari.
Diciamolo con franchezza: l’idea non era e non è originale, ma è certamente tra le prime risposte all’urgenza di dare respiro al nostro ambiente attraverso gli alberi che sono lo strumento naturale che consente al Pianeta di respirare meglio e di assorbire i veleni che da 150 anni, da quando la rivoluzione industriale ha cominciato a dispiegare i suoi effetti nefasti, l’Uomo diffonde pericolosamente nell’atmosfera.
Non siamo soli. Moltissimi Comuni italiani hanno varato progetti di rimboschimento dei loro spazi verdi pubblici. E moltissime aziende hanno messo la piantumazione di alberi e arbusti al centro del loro marketing solidale, anche con finanziamento a costi più bassi di piantumazioni a di-stanza nei Paesi del Terzo Mondo.
I Lions non potevano mancare all’appuntamento con la storia dell’umanità e non potranno mancare negli anni a venire, almeno fino al 2030, anno limite fissato dall’Onu e dall’Unione Europea per raggiungere il primo obiettivo di riduzione delle emissioni e contenere così l’aumento delle temperature sul Pianeta, passando dalle energie di origine fossile (carbone in primo luogo) a quelle “pulite”, le cosiddette rinnovabili.
È il piano di decarbonizzazione globale. Un termine (e un problema reale) che ormai conosciamo bene e non possiamo più far finta di niente. Il campanello d’allarme l’ha suonato la recente e drammatica pandemia dimostrando che Covid-19 (le malattie, cioè) e cambiamenti climatici sono strettamente interdipendenti.
Il secondo anno della nostra campagna ambientalista si apre con una nuova, prestigiosa e convinta presa di co-
scienza da parte del massimo organo di governo del Multidistretto, con la proposta di Pio Visconti, Governatore del Distretto 108 Ia2 (Alessandria-Genova), titolare della delega all’Ambiente del Consiglio dei Governatori 2022-2023. Visconti immagina la nascita di un virtuale “bosco diffuso Lions”, frutto delle decine e centinaia di piantumazioni dei soci Lions, che sia luogo della memoria, dell’educazione e del futuro e non solo atto di cura e rammendo ambientale.
Questo “bosco diffuso” su tutto il territorio nazionale dovrà vedere ancor più impegnati i Club Lions e Leo nella messa a dimora, nei confini pubblici delle loro comunità, di alberi autoctoni e arbusti, rispettando un protocollo che li unisca idealmente in un unico grande bosco. Ogni albero sarà dedicato ad un Lions scomparso, a cominciare da Melvin Jones, come primo segno distintivo, quello della memoria.
Il secondo, l’educazione, riguarda l’opera di sensibilizzazione che attraverso le piantumazioni, e utilizzando anche il materiale didattico predisposto dal Gruppo di lavoro MD Lions Alert coordinato da Gianni Castellani, verrà portata avanti con le scuole di ogni ordine e grado: era l’obiettivo alla base della prima “Festa dell’Albero” istituita nel 1898 dall’allora ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli, che – non a caso – su queste pagine abbiamo più volta ricordato e onorato. Ogni cosa ha un senso.
Il terzo motivo ideale, il futuro, sarà offerto dall’apposizione, in ogni spazio arricchito dal nostro contributo arboreo, di targhe-ricordo che testimonieranno alle generazioni di domani l’impegno dei Lions italiani. Certificheranno ai cittadini di domani che gli alberi danno l’ossigeno alla salute dell’umanità e dunque garantiranno il futuro del Pianeta, con tutte le sue indispensabili biodiversità, animali e vegetali, per la sopravvivenza degli uomini e delle donne, delle comunità in cui viviamo e operiamo.
La visione del “bosco diffuso” immaginato dal Governatore Visconti, dev’essere motivo di orgoglio dei Lions italiani. Essa si ispira, ha dichiarato il Governatore piemontese, anzi ne è la “naturale evoluzione”, della campagna “Tre Alberi per salvare il Pianeta”. Accolta con favore dai Governatori di tutti i 17 Distretti Lions, ora è impegno solenne del nostro movimento. Al coordinatore della comunicazione esterna del Multidistretto, Alfredo Canobbio, il compito di promuovere sui media il nostro “bosco (virtuale) diffuso. Ne saremo fieri.
I cittadini dovranno essere ancor più in prima linea per sollecitare e sostenere le politiche rivolte al miglioramento del nostro ambiente e ognuno può e deve fare la sua parte. Sono soprattutto i giovani a chiederlo a gran voce ed effettuare continuamente pratiche ecologiche virtuose. Loro sanno meglio di noi adulti che abbiamo un solo Pianeta e loro lo vorranno vivere in sicurezza. Tocca a ciascuno di noi dare il proprio, piccolo contributo, magari spegnendo qualche lampadina non necessaria, abbassando le temperature della caldaia di casa e sostituendo una busta di plastica con una di carta.
Ai Lions e ai Leo spetta un impegno suppletivo, un grande, diffuso service, come il “bosco diffuso” di Pio Visconti. Non c’è tempo da perdere: i governi di tutto il mondo, che si sono riuniti recentemente a Montreal, in Canada, nella COP 15 sulla biodiversità, l’hanno certificato. Non è catastrofismo ecologico, sono i dati scientificamente acquisiti e concordemente condivisi a dirci che cambiamenti climatici e perdita di natura sono strettamente connessi e che bisogna investire anche, e massicciamente, nella Natura, ovvero nella biodiversità.
Ci conviene, peraltro. Metà del Pil mondiale è generato da sistemi produttivi che dipendono, molto o poco, dagli ecosistemi e due terzi delle colture alimentari dipendono dall’impollinazione animale. Si tratta di risorse compromesse: quasi un milione di specie vegetali e animali sono a rischio di estinzione e il 60-70% degli ecosistemi mondiali si stanno degradando più velocemente della loro possibilità di rigenerarsi. Insomma: balliamo inconsapevoli nel salone delle feste del Titanic mentre affonda.
Ne parleremo ancora. Ne dobbiamo parlare.