Ludopatia: cosa è e come curarla 

Ludopatia: cosa è e come curarla 

Gianfranco Coccia

La ludopatia è una patologia che investe ad ampio spettro tutta la società civile. Da tempo diventata materia di studio e di azione da parte degli operatori sanitari e amministrativi pubblici, dei sociologi e delle diverse discipline scientifiche, nonché delle varie realtà associative a sostegno di chi ne soffree di chi ne subisce indirettamente le conseguenze, quali i loro familiari.

Abbiamo pertanto posto a un autorevole esperto, il dottor Bruno Gentile alcune domande su questo tipo di patologia e sulle possibilità di cura o di prevenzione. Il dottor Gentile è neurologo, psichiatra e psicoterapeuta di lungo prestigioso corso, e tutt’ora in attività dopo aver ricoperto il ruolo di primario di Psichiatria in un importante presidio sanitario pubblico veneto.

Come si qualifica la ludopatia o gioco d’azzardo?

«È una dipendenza comportamentale caratterizzata da un’incapacità di resistere all’impulso di giocare, nonostante le conseguenze negative che ciò comporta sia sulla vita personale e familiare che lavorativa e finanziaria».

Qual è la differenza tra ludopatia e abitudine al gioco?

«La ludopatia non è semplicemente un’abitudine al gioco, ma una vera e propria patologia che rientra nella categoria delle dipendenze comportamentali, in quanto il giocatore patologico sperimenta un bisogno irresistibile di giocare, anche quando è consapevole dei danni che ne derivano».

Cosa può scatenare questo bisogno?

«Situazioni stressanti, periodi di difficoltà esistenziali o anche semplicemente un desiderio di eccitazione e gratificazione immediata. Possono entrare in gioco le dinamiche chimiche delle endorfine eccitatorie, come in tutte le situazioni che coinvolgono soggetti che cercano o si espongono regolarmente a situazioni di rischio elevato».

Come se ne manifestano i sintomi?

«I pensieri ossessivi sul gioco si manifestano quando il “gioco” diventa un pensiero costante e intrusivo che interferisce in tutte le quotidianità del soggetto. La cosiddetta rincorsa al recupero delle perdite si verifica quando il soggetto aumenta sempre di più la frequenza e l’entità economica delle giocate, allo scopo di provare la stessa eccitazione e soprattutto nella speranza di recuperare le perdite subite; questo può essere notato dall’aumento del numero degli accessi ai siti dove si gioca, come casinò, sale gioco slot, bar, tabaccherie, macchinette o siti online. I cambiamenti di umore consistono in una notevole oscillazione e discontinuità, con evidenze riferibili ad ansia, irritabilità, euforia e depressione, spesso correlate al difficile bilanciamento vincite-perdite. La perdita del controllo sull’impulso si manifesta quando il ludopatico assume comportamenti non compatibili con la propria personalità, come mentire e nascondere le abitudini al gioco, richiedere prestiti, indebitarsi, vendere beni personali, rivolgersi a usurai, commettere furti o truffe, allontanarsi dai legami familiari e amicali fino all’isolamento e alla meditazione di pensieri suicidi, peggiorare le prestazioni lavorative e/o di studio, manifestare assenteismo e abusare di sostanze o alcolici per contrastare le fasi depressive o mantenere uno stato euforico».

Quali sarebbero oggi i presidi di cura maggiormente indicati?

«La psicoterapia cognitivo-comportamentale aiuta a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati al gioco. Le terapie psicofarmacologiche sono specificamente mirate a controllare e curare stati di ansia, depressione o euforia maniacale. I gruppi di auto-aiuto offrono percorsi terapeutici di condivisione con altre persone che hanno lo stesso problema, spesso gestiti da associazioni di volontariato come le Associazioni Giocatori Anonimi o il Servizio per Dipendenze Patologiche. Le comunità terapeutiche o case di cura sono strutture deputate a prendersi cura dei ludopatici attraverso percorsi di cura e riabilitazione in ambiti di protezione residenziale per i casi più gravi».

Quali sono i maggiori fattori di protezione e di prevenzione di un soggetto già ludopatico o identificato a rischio?

«Sono importanti l’offerta di un aiuto a sviluppare la propria autoefficacia, cioè autostima e capacità di prendere decisioni e porsi obiettivi sani; l’offerta di un aiuto a sviluppare la resilienza orientata a uno stile di vita sano e non autodistruttivo; l’offerta di un aiuto a favorire la nascita e/o il rafforzamento di legami affettivi stabili e solidi con persone sane, costruttive e comprensive, ma critiche sui rischi del gioco; e l’offerta di un aiuto a sviluppare buone capacità comunicative per esprimere bisogni e necessità in maniera assertiva, nonché buone competenze nella gestione della propria impulsività e aggressività».