La sfida ambientale degli anni duemila

La sfida ambientale degli anni duemila

L’idea di crescita economica come espansione illimitata va sostituita con una idea diversa di sviluppo che sappia garantire l’equilibrio tra l’utilizzo delle risorse e la necessità di non ridurre irreversibilmente il capitale naturale. La salute e la prosperità dell’umanità sono legate allo stato del nostro ambiente. Per uno sviluppo sostenibile le fasi del processo “creare, consumare e smaltire” dovrebbero essere sostituite con “creare, consumare e riciclare”. Di Vincenzo G. G. Mennella

La tragedia della Marmolada ha riportato il problema del cambia-mento climatico all’attenzione della pubblica opinione. Poi il Covid, la crisi energetica, le elezioni alle porte e la morte di Elisabetta II hanno distolto l’attenzione generale dal problema. La modificazione più evidente del clima è il continuo e pluridecennale innalzamento della temperatura media terrestre che si sta verificando ad una velocità nettamente superiore rispetto alle normali variazioni climatiche provocate dalle forze naturali. La causa principale del riscaldamento globale è l’aumento dei gas ad effetto serra rilasciati in atmosfera in conseguenza dell’utilizzo di petrolio per la produzione di energia, allorché si bruciano le foreste o si accumulano rifiuti nelle discariche. La ricerca scientifica conferma che i nostri anni sono “punto di svolta” in quanto la temperatura è aumentata di circa 1°C dal livello di riferimento del 1880. Con un aumento di 2°C tutte le barriere coralline si estinguerebbero, incendi e ondate di calore invaderebbero il pianeta. Il Mediterraneo può considerarsi un mare chiuso, staccato dal resto delle acquemarine collegato agli oceani solo dallo stretto di Gibilterra. La perdita di biodiversità riguarda sia l’ambiente marino dove l’inquinamento da plastiche è una minaccia considerevole e crescente, sia i sistemi di acqua dolce dove l’inquinamento agricolo e chimico provoca una proliferazione di alghe tossiche e una diminuzione dell’acqua potabile, sia l’ambiente terrestre dove le praterie si stanno trasformando in deserti. La salute e la prosperità dell’umanità sono legate allo stato del nostro ambiente: continuare sulla strada attuale che porta ad un futuro nero per l’umanità o concentrarsi su un per-corso di sviluppo più sostenibile con una azione decisa così come definito dall’Agenda 2030 dell’ONU. Ciò che si auspica è la transizione verso un sistema economico e produttivo in grado di assicurare una separazione duratura tra il livello di sfruttamento delle risorse energetiche e naturali e gli obiettivi di crescita e di benessere nella prospettiva di una economia che sappia considerare la capacità di carico dell’ecosistema e il tasso di rigenerazione delle risorse a disposizione. Per avere uno sviluppo sostenibile le fasi del processo “creare, consumare e smaltire” dovrebbero essere sostituite con “creare, consumare e riciclare”. Per favorire il diffondersi di una cultura dell’ambiente nella popolazione le misure di supporto dovrebbero svilupparsi attraverso il seguente percorso:
a) netto miglioramento nella gestione dei rifiuti;
b) decarbonizzazione in tutti i settori;
c) efficienza energetica attraverso la riqualificazione degli edifici pubblici;
d) tutela del territorio e delle risorse naturali salvaguardando le aree verdi e la biodiversità;
e) garantire la gestione sostenibile delle risorse idriche;
f) utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili;
g) sburocratizzazione della pubblica amministrazione.

Per una esauriente trattazione del problema consultare la risoluzione adottata dall’Assemblea generale dell’ONU il 25 settembre 2015. Tra-sformare il nostro mondo: Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.