Ultimo saluto a Sandro Castellana

Ultimo saluto a Sandro Castellana


Il prezioso omaggio del Presidente del Consiglio dei Governatori Leonardo Potenza

“Ricordare un amico e un maestro come Sandro è difficile, sia per i meravigliosi momenti che tutti noi abbiamo vissuto con lui in tutti questi anni di associazionismo, sia per il rischio di scivolare nella retorica, che Sandro non ha mai apprezzato.

Parlare di Sandro è come narrare dell’amore, perché è proprio l’amore che Sandro ha saputo rappresentare nelle sue diverse declinazioni percorrendo il sentiero della sua vita.

L’amore, innanzitutto, nutrito per Anna, i suoi figli e i nipoti, che tutti noi dobbiamo ringraziare per avercelo donato, lasciandosi privare della sua presenza, ma mai del suo affetto e della sua guida.

L’amore per i Lion e per la Fondazione Internazionale, di cui è stato un vero leader serio e coraggioso, capace di condurci in un continuo rinnovamento, pur mantenendo saldi i nostri immutati principi etici.

L’amore verso tutte le persone che ha incontrato e accolto con il suo sorriso, che era come una calda casa ospitale.

Sandro è stato un autentico rivoluzionario dell’amore, garbato e discreto e allo stesso tempo determinato e lungimirante, in quanto è riuscito cambiare in meglio la mente e il cuore di tutte le persone che ha incontrato.

Questa ritengo sia la sua grande eredità spirituale: la dimostrazione che con la gentilezza e una reale umiltà possiamo davvero lasciare un segno, direzionando verso il bene l’intera umanità.

Il suo esempio ci dona la forza per continuare con coraggio e fede a percorrere insieme un vero e proprio cammino che porti l’umanità a essere finalmente libera dalla sofferenza, onorando così la memoria di un grande Uomo. 

Arrivederci Sandro”.

Leonardo Potenza


Il testamento lionistico di Sandro Castellana 


La sua recente scomparsa segna la perdita di una figura di spicco del lionismo. Poche settimane prima della sua improvvisa dipartita, Castellana aveva rilasciato questa intervista in occasione del congresso del Distretto 108 YA a Paestum, offrendo una riflessione articolata sul passato e sul presente dell’organizzazione. La conversazione si è aperta con una domanda di stretta attualità, rivolta a uno dei massimi esperti del lionismo a livello internazionale.

di Aristide Bava

Qual è oggi lo stato di salute del lionismo?

«Il lionismo in sé sta bene. I Lions club hanno molto da costruire, perché il lionismo viene costruito dalle socie e dai soci Lion. La direzione internazionale ci dà delle direttive, delle indicazioni, una strategia, ma poi siamo noi a doverla attuare. Dunque, il lionismo è forte se i soci vogliono ottenere un cambiamento, se desiderano coinvolgere i giovani e fare in modo che sempre più persone si uniscano per supportare il lionismo. Solo così il lionismo sarà in buona salute».

Si parla di cambiamento. Perché e come si può arrivare a un reale cambiamento?

«Il cambiamento è naturale. Avviene senza che ce ne accorgiamo. Attuare il cambiamento significa comprendere che la società evolve, capire in che modo possiamo diventarne protagonisti e non solo spettatori o, peggio, subirlo passivamente. Dobbiamo fare in modo che il cambiamento si traduca in un nuovo approccio nel rispondere ai bisogni emergenti della comunità, con programmi innovativi e soluzioni che finora nessuno è riuscito a realizzare. Inoltre, non dobbiamo agire come singoli soci o singoli club, ma collaborare con chi ha a cuore il territorio e il benessere della comunità. La capacità più importante è riuscire a coinvolgere le persone attorno a noi. Spesso il reclutamento dei soci si basa su amicizie o conoscenze personali, ma nella comunità ci sono molte persone desiderose di fare qualcosa per gli altri, che però non sanno dell’esistenza dei club o non vedono nei Lion un’opportunità concreta per farlo. Per questo motivo, dobbiamo rendere i nostri club più accoglienti e incisivi, creando le condizioni per aprirci e accogliere chi vuole contribuire al bene della comunità. Solo così potremo progredire e crescere».

Per rimanere sul problema del possibile inserimento di nuovi soci, il reclutamento è ancora farraginoso o si può snellire?

«Ci sono molte idee nuove su come reclutare soci, ma il reclutamento deve partire dai club. Non può essere un’imposizione dall’alto o qualcosa che ci viene imposto. Deve nascere dal club stesso, dalla sua capacità di individuare persone adatte, con la giusta sensibilità, in grado di portare nuove idee, prospettive diverse e contribuire al cambiamento di cui oggi abbiamo bisogno».

Innovazione e intelligenza artificiale sono temi legati o distinti?

«L’intelligenza artificiale può essere un valido supporto, ma in questo momento va utilizzata con prudenza. Spesso le fonti a cui attinge sono molto ampie e non sempre forniscono risposte accurate. È quindi fondamentale impiegarla in diversi ambiti, avendo però sempre un approccio critico. Le indicazioni non devono basarsi solo su ciò che ci suggerisce l’IA, ma anche sulla nostra intelligenza umana, che non può essere sostituita dalla tecnologia, per quanto avanzata».