FILIPPO PORTOGHESE
Apprendiamo in questi giorni dalla stampa del grave problema della denatalità e dei provvedimenti che il governo sta tentando di adottare grazie all’elargizione di fondi per la popolazione, ritenuti tuttavia ancora insufficienti da alcuni.
La Fao celebra ogni 16 ottobre, dal 1946, la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. In una di queste riunioni, circa vent’anni fa, ci si pose il problema della carenza alimentare e la stessa Fao aveva ricordato che non ci sarebbe stato cibo a sufficienza per garantire il sostentamento di una popolazione mondiale destinata, quindi, all’estinzione per insufficienza di materie prime alimentari.
Alcuni Paesi orientali, con Cina e India in testa, sembravano sull’orlo di una concreta povertà alimentare, mentre quelli occidentali erano condannati, per solidarietà, a sostenere i più deboli. Tutto ciò si è tradotto in una lenta ma ineluttabile diminuzione del numero delle nascite.
È evidente, limitandoci al caso italiano, che le motivazioni del calo delle nascite siano numerose e tutte valide: economiche, lavorative, sociali, mediche, organizzative e altre ancora.
Ripensando al nostro caro San Valentino, ricordo che egli pagò con la vita il desiderio di favorire le coppie, celebrando matrimoni che all’epoca erano stati vietati. La conseguenza fu la sua decapitazione. Il povero Valentino, oggi sepolto a Terni, ne è rimasto il santo patrono e, soprattutto, un fervido difensore dei fidanzati.
A parte la contraddizione storica e morale della sua decapitazione a novantaquattro anni – evento dettato, secondo alcuni, da un errore di fuoco “amico” –, San Valentino incitava le coppie a ignorare l’editto dell’imperatore Claudio III, che voleva i giovani maschi disponibili e senza vincoli familiari per la difesa del regno, con il tacito consenso della Chiesa. Per aggirare tale divieto, Valentino celebrava i matrimoni nottetempo e inviava lettere ad hoc ai futuri genitori.
Cuoricini e rose rosse, oggi diffusissimi, erano allora il delicato accompagnamento delle celebrazioni, creando così una tradizione che ancora oggi arricchisce le serate romantiche dei fidanzati contemporanei. Si racconta che, in punto di morte, Valentino scrisse una lettera alla figlia non vedente del suo carceriere, guarendola miracolosamente.
I Lion, grazie alla presidente del Lions Club Altamura Host, Grazia Giammarrusti, si sono occupati di questo tema in un incontro organizzato con la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi, presieduta dal Lion Filippo Tarantino.
Tra i relatori erano presenti il professor Filippo Maria Boscia, ginecologo ed ex presidente della Società Italiana di Andrologia, la psicologa Tiziana Potere di Bari e il dottor Mussella, otorino a capo dell’Associazione Medica locale, tutti moderati dalla giornalista Sabrina Merolla.
Un pubblico numeroso, attento e motivato ha animato il dibattito, arricchito dagli interventi delle autorità locali, della Fidapa, del Circolo della Sanità di Gravina, del Rotary Club, di istituti bancari locali e di vari soci e medici.
Questa è stata un’occasione tanto interessante quanto utile, ricca di aneddoti per una rivisitazione del ruolo del santo ternano, non solo come simbolo della crescente espansione commerciale della festa di San Valentino, ma anche come autentico “sponsor” delle nuove coppie.
In Italia, quest’anno, sono emigrati all’estero 100.000 giovani, che difficilmente torneranno sul suolo italiano, e si calcola che, tra tre generazioni, le famiglie saranno composte da una sola persona.
È dunque necessario rifletterci per tempo, o presto resteremo – o meglio, resteranno – davvero soli, noi italiani.