Vaccinazioni io la penso così…

Vaccinazioni io la penso così…

Nella certezza che i valori del lionismo impongano ai Lions atteggiamenti e comportamenti di prudenza e di attenzione verso gli altri, abbiamo chiesto ai Lions “Che ne pensi della campagna vaccinale in corso e come giudichi il fenomeno dei no-vax, in particolare per quanti operano nei servizi pubblici (sanità, scuola, impiego pubblico) o per quanti svolgono attività in presenza come avviene nei nostri club?”. Hanno risposto alla nostra domanda sul numero di ottobre 45 soci e 8 club. In questo numero altre due risposte…


I vaccini… questi sconosciuti – Ho compiuto i miei primi settant’anni in un reparto di terapia intensiva nell’ottobre 2020 affetto da insufficienza respiratoria a causa di una polmonite bilaterale da infezione da virus Covid 19. Allo stato attuale come si può discutere di vaccini in un contesto socio sanitario dove alcuni cittadini in nome di una pseudo libertà gestionale sanitaria manifestano le loro idee danneggiando ciò che li circonda…oppure, dopo aver superato la malattia, grazie alla medicina tradizionale, diventano paladini della terapia con vaccini, ritrattando in toto tutto ciò che avevano sostenuto fino ad allora.Ma come si fa ad aver fiducia in una classe medica che annovera fra i suoi iscritti “medici” che negano l’esistenza di una pandemia o si fanno vaccinare esponendo arti artificiali!Da parte mia penso che, come citava Aristotele “in medio stat virtus”: da un lato sono molti i medici onesti, professionalmente preparati e corretti e la maggior parte delle persone ha seguito le indicazioni fornite dalle autorità competenti in materia; dall’altro, purtroppo, tanti cittadini non si sono ancora vaccinati adducendo i motivi più diversi…L’informazione che è stata fornita spesso non è stata chiara e lineare, le notizie sono state talvolta addirittura contrastanti… ricordiamoci che gli scienziati sono donne e uomini come noi… che hanno avuto forse “la colpa” di fornire troppe notizie in tempo reale… forse avremmo preferito una non comunicazione?Da parte mia sono d’accordo sul mantenere una linea di comportamento che risponda da un lato in modo positivo e costruttivo alle esigenze sanitarie e sociali, e dall’altro sia severa ed eventualmente anche restrittiva nei confronti di coloro che con il loro comportamento mettono in serio pericolo la loro salute ma soprattutto non rispettano quella degli altri.Nino Emilio RinaldiCoordinatore Dipartimento Salute Distretto 108 Ia2, LC Genova Sampierdarena


La scienza per l’umanità – Per rispondere alla domanda su cosa penso del vaccino contro il Covid forse basterebbe dire che ho fatto la mia prima dose il 31 dicembre 2020, quando ancora non era obbligatorio per noi medici e per di più in una data ricca di significato. Solo pochi giorni fa ho fatto la terza dose, senza effetti collaterali di sorta.Ricordo ancora quel giorno quasi un anno fa, la felicità nel vedere finalmente uno spiraglio in fondo ad un tunnel scuro e doloroso, la fiducia in quella siringa che simboleggiava il riaccendersi di una speranza che sembrava tanto remota nei momenti di vera e propria disperazione quando ci trovavamo ad affrontare, nel mio come in tutti gli ospedali del mondo, una grande quantità di malati che catalizzavano la nostra attenzione e le nostre fatiche distraendole dal resto degli ammalati. Urologi, chirurghi, oculisti, otorino che affiancavano i medici infettivologi nella cura dei pazienti Covid e l’elenco delle vittime che si allungava a dismisura, includendo tanti nostri colleghi, tanti volti conosciuti.Se il vaccino è servito? Tanti sono i dati che si potrebbero citare a prova di efficacia, ma mi limiterò a citarne uno solo: l’anno scorso, in questo periodo, gli ospedali di tutta Italia e del mondo erano affollati di pazienti Covid ricoverati, fino al oltre il 75-80% della capienza con punte del 100%. Eravamo in zona rossa e non si vedeva la fine di questa pandemia.A distanza di 12 mesi e con oltre il 70% della popolazione over 12 vaccinata, in queste latitudini, i ricoverati in ogni ospedale sono drasticamente diminuiti e possiamo continuare a curare con i consueti impegno e dedizione tutti gli altri pazienti. E tutto questo badate bene con un numero di diagnosi giornaliere nettamente superiori a quelle di un anno fa.Certo non è stato il vaccino da solo a farci ottenere questo grande risultato… non ci saremmo riusciti senza la prevenzione, l’uso delle mascherine, il tracciamento dei contagi, le terapie.Abbiamo dovuto cambiare molte delle nostre abitudini, la battaglia è ancora lunga ma da medico non posso che avere fiducia nelle due cose che caratterizzano la nostra attività: non si può essere medico se non si ama la scienza e se non si ama l’umanità.Massimo PerachinoOfficer Dipartimento Salute, Distretto 108 Ia2, LC Valenza Host