Anche questa edizione della rivista è online. Come è avvenuto per il numero di dicembre, anche questo di gennaio si può leggere solo sul computer, sullo smartphone o sul tablet. LION tornerà “su carta” (e digitale) a febbraio e a marzo, poi sarà ancora solo online ad aprile e a maggio. Chiuderemo l’annata “su carta” con il numero di giugno. Questa è la situazione del nostro mensile dopo le riduzioni dei fondi destinati alle riviste ufficiali dell’associazione volute dalla Sede Centrale in questi ultimi anni.
“Le riviste, nazionale e distrettuali, nel formato cartaceo – scrive a pagina 37 Alfredo Canobbio, Coordinatore della Comunicazione Esterna del nostro Multidistretto – rappresentano oggi l’unico strumento che raggiunge tutti i soci italiani e le loro famiglie. La distribuzione elettronica riduce significativamente, per svariati motivi e alcuni difficilmente superabili, questa presenza”. “A queste considerazioni la giustificazione data per il ricorso al canale web – prosegue Canobbio – è il costo economico del cartaceo. Ma parlare di costo significa attribuire un valore a un oggetto, a un servizio e poi decidere se il corrispettivo economico è giustificato. La domanda quindi è ‘quale valore noi Lions diamo alla comunicazione, sia verso i soci sia esterna?’”.
Da parte mia credo di sapere qual è il valore della comunicazione e resto perplesso quando devo assecondare chi pensa che la nostra rivista possa essere letta sul computer da tutti i nostri soci. L’alternativa? Chiedere ai delegati del 70° Congresso Nazionale un aumento della quota che tutti noi versiamo per il nostro mensile (è ferma da 50 anni: 1972, quando direttore responsabile era Terzo De Santis).
Ci sarebbe anche la possibilità di “abbandonare la nave”, perché non sono nelle condizioni di mantenere la linea editoriale che vorrei, la quale ha come primo obiettivo la conoscenza del lionismo in tutte le sue forme e per tutti gli associati, compresi quelli che non sanno o non vogliono usare internet.
Infine, potrei rassegnarmi alla poca considerazione che viene data alla nostra rivista dai vertici dell’associazione, sia a livello di Board internazionale che in ambito multidistrettuale, e navigare “a vista”.
Sicché a me resta l’incertezza di una scelta che oggi non mi sento di fare.
Non so quanti soci leggeranno questo numero, ma mi auguro che siano in molti, perché LION è l’unico mezzo che racchiude e valorizza le nostre iniziative, che rafforza la creazione di un’immagine univoca dell’associazione e che porta alla condivisione dei nostri obiettivi. In questo numero, ad esempio, ci sono due proposte semplici, facilmente realizzabili, a basso costo, legate al nostro habitat. La prima, “Le fontane di Helen Keller”, è una iniziativa del DG Yvette Pillon, delegata al “dipartimento ambiente” e, l’altra, “Tre alberi per salvare il pianeta”, è un progetto della nostra rivista. Si tratta di “dedicare un parco, un sentiero, un albero, un’area giochi a Melvin Jones o a chi, nel 1925, ci ha spinti a essere i Cavalieri dei non vedenti” e di piantare tre alberi a socio e di farlo per più anni.
Certo, non è una cosa semplice convincere la maggior parte dei club italiani ad abbracciare le due proposte, ma neppure impossibile. La nostra struttura ha i mezzi per portarle avanti entrambe, senza trascurare la normale attività annuale dei club.
“Con la nostra modesta proposta dei “Tre alberi per salvare il pianeta” – scrive Pierluigi Visci a pagina 53 – nel nostro piccolissimo, ci iscriviamo alla categoria dei visionari e degli utopisti dell’ambiente”. È la stessa categoria nella quale entreranno i club che dedicheranno una fontana a Helen Keller…
Sirio Marcianò
Direttore responsabile