Ancora la strada da percorrere è molto lunga anche perché gli effetti della globalizzazione sono piuttosto marcati. Uno dei temi più caldi riguarda, come riporta Il Sole 24ore, il problema del cambiamento climatico. Si è svolto il COP26 (la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) ed è stato pubblicato anche il Climate Change Performance Index (CCPI) per il 2022. Di Francesco Pira
La conferenza ha avuto luogo a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre e ha evidenziato come sia necessario lavorare per raggiungere il traguardo delle emissioni zero previsto per il 2050. Purtroppo, i dati che emergono dall’analisi condotta da Germanwatch non mostrano elementi rassicuranti.
Nella classifica che controlla 60 paesi più l’Unione Europea, le prime tre posizioni sono state intenzionalmente lasciate vuote poiché nessuna nazione è riuscita a raggiungere l’obiettivo che ha come fine ultimo quello di frenare il riscaldamento climatico entro la soglia degli 1,5 gradi centigradi come deciso dagli accordi di Parigi.
La classifica annuale riguarda i paesi che complessivamente generano oltre il 90% delle emissioni di gas serra a livello planetario e si concentra su quattro categorie di analisi: le emissioni di gas serra (GHG emissions) che hanno un peso del 40% sul valore totale, l’uso di energie rinnovabili (renewable energy, 20%), il consumo di energia (energy use, 20%) e la politica climatica (climate policy, 20%).
Nessuno paese ha ottenuto un “very high” (nel rating connesso ai sottoindici) in tutte e quattro le categorie, quindi nella classifica il podio non è stato assegnato.
L’Italia si è classificata al trentesimo posto (score 55,70), scalando tre posizioni rispetto all’anno scorso, e di conseguenza ha ottenuto uno score “medium”. Analizzando le quattro categorie la nostra nazione mantiene un ranking sempre nella fascia “medium”. Infatti, sul fronte delle energie rinnovabili è ventottesima (score 25,20), mentre per l’uso di energia è ventiseiesima (score 12,78), concludendo poi con la migliore posizione “individuale” in fatto di politiche climatiche che le permettono di piazzarsi venticinquesima (score 10,29).
Non poteva mancare l’intervento di Papa Francesco, da sempre attento alle nuove sfide climatiche, alla Cop26 di Glasgow con un discorso letto dal segretario di Stato Pietro Parolin. “Siamo tutti consapevoli che essa ha l’importante compito di mostrare all’intera comunità internazionale se realmente sussiste la volontà politica di destinare con onestà, responsabilità e coraggio maggiori risorse umane, finanziarie e tecnologiche per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico così come per aiutare le popolazioni più povere e vulnerabili, che sono quelle che ne soffrono maggiormente” ha detto il Pontefice.
Insomma, ancora la strada da percorrere è molto lunga anche perché gli effetti della globalizzazione sono piuttosto marcati. Noi Lions continueremo a promuovere l’importanza dello sviluppo sostenibile e delle energie rinnovabili. Daremo vita a nuove campagne informative per informare e sensibilizzare tutti gli attori della società, abbracciando l’invito di Papa Francesco: “Si ascolti il grido della Terra e si lanci un nuovo umanesimo che ispiri nuove coscienze ecologiche e nuove economie”.