Per garantirci un futuro e una ricrescita felice dobbiamo rendere sostenibile il nostro sistema di sviluppo. Di Vincenzo G. G. Mennella
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvertito l’Europa che se non si attrezzerà in modo corretto ci sarà una terza ondata della pandemia Covid 19 all’inizio del 2021. I lockdown attivati per fermare la pandemia hanno portato al blocco delle attività produttive, al fermo delle persone che non si muovono dalle loro abitazioni, al fermo dei mezzi di trasporto, a città desolate ma anche a un netto miglioramento della qualità dell’aria (misure adottate dalla Cina hanno provocato una riduzione del 25% delle emissioni di CO2 rispetto allo stesso periodo del 2019), a una riduzione dell’in-quinamento acustico, a mari, laghi, fiumi più puliti.
Va però osservato che tutte le crisi economiche che si sono susseguite dagli anni 70 in poi hanno sì determinato una ridu-zione delle emissioni, ma sono state seguite da una ripresa delle attività produttive tradizionali e non da progetti virtuosi che non danno risultati economici immediati. Il picco di emissioni post-crisi si è sempre assestato a valori più alti di quelli di partenza considerata la necessità di ripristinare il “business as usual” il più velocemente possibile. In sostanza si mettono da parte gli ostacoli necessari per limitare la crescita della temperatura media globale in nome della necessità di riavviare immediatamente la macchina economica. Come ha efficacemente sintetizzato Francois Gemenne, autore del gruppo di lavoro di valutazione IPCC su sviluppo sostenibile “il riscaldamento globale non è una crisi è una trasformazio-ne irreversibile Non esiste un vaccino contro i cambiamenti climatici. Ci vorranno misure strutturali che impongono una reale trasformazione della società e dell’economia. Il mondo è davvero a un bivio: sfruttare l’emergenza per rilanciarsi in modo sostenibile o tornare al “Business as usual” e quindi sprofondare in picchiata verso la crisi climatica.
Quando la pandemia sarà passata dovremo pensare al futuro delle nostre città luoghi dove le persone per andare al lavoro possano fare una sana mezz’ora di attività fisica, dove poter fare la spesa nei negozi di quartiere, città ove sia facile muo-versi a piedi o in bicicletta. Dovremmo capire che non è più possibile fare a meno di un sano equilibrio tra uomo e natura e che è indispensabile instaurare un nuovo modello economico, abbozzato con il green new deal e che qualcuno sta già pensando di smantellare riproponendo vecchie ricette economiche che porteranno ad altre pandemie e disastri ambientali per i quali pagheremo sempre prezzi più alti? Sarà necessario accrescere la nostra abilità ad implementare i cambiamenti nel comportamento, nelle istituzioni, nella cultura per la creazione di una società globale sostenibile, una possibilità per figli e nipoti di condurre vite soddisfacenti migliori delle nostre. L’imperativo è agire ora e non perdere più altro tempo.