Ne sono certo: vincerà ancora la carta. È stata data per morta e sepolta tante volte. Quando fu inventato il cinematografo molti editori credettero che questa “scrittura in movimento” avrebbe sconfitto la carta stampata, poi si proclamò che la televisione l’avrebbe cancellata, poi ancora con l’avvento del web la sua scomparsa fu ritenuta inesorabile. Qualche tuttologo ne fece i funerali. Tablet e smartphone furono salutati come le icone uniche della comunicazione futura.
Un’ubriacatura che qualche tempo fa si è arrestata, quasi stupita, davanti ad alcune riprese di testate date anzi tempo per morte. È noto il caso dello storico settimanale statunitense Newsweek. Morto nel 2012 e risuscitato qualche anno dopo con una formula più moderna è tornato a fare utili e a far sorridere l’editore.
Ancora più emblematica è la riconsiderazione dei programmi nella scuola elementare finlandese, la più digitalizzata e punta di diamante in Europa, circa il calo di rendimento nella lettura degli scolari, individuato nella rigidità degli strumenti informatici adottati. Leggere su carta è certamente più rilassante e anche più elegante. Inoltre consente di comprendere ed approfondire meglio il testo.
Scriveva Umberto Eco che “godono ottima salute libri stampati cinquecento anni fa, ma che nessun pc è in grado di leggere un floppy degli anni ottanta”. Nelle scuole superiori e nelle università i giovani, pur muniti di ipad, studiano su testi di carta e continuano a stampare appunti e dispense per studiare meglio. Poi, siamo sinceri, chi di noi non si è lamentato almeno una volta: “…io proprio con questo touch non mi ci trovo…?”
Franco Rasi
Governatore del Distretto 108 Ib3
nel 2010-2011 – LC Piacenza Gotico