I Centri Studi distrettuali verso…

I Centri Studi distrettuali verso…

…un collegamento strutturale?

È questo l’auspicio che scaturisce da una serie di incontri fra tutti i rappresentanti per portare il lionismo dentro la società armonizzando e realizzando comuni iniziative. Di Bruno Ferraro *

La storia e l’evoluzione dei Centri Studi copre gli ultimi cinquanta anni del lionismo italiano ed è ricca di episodi, di cui è opportuno ricordare i più significativi, che tale storia hanno profondamente caratterizzato. Il primo Centro, come noto, fu creato dal Distretto 108 L con delibera 29 maggio 1971 del Congresso di Firenze. Esso fu il frutto di una geniale intuizione di Giuseppe Taranto, che lo volle come un organismo incaricato annualmente dal Governatore “di dare completa attuazione al programma dei Lions italiani di inserirsi fattivamente e con responsabilità di intenti nella società nazionale affrontando, sotto il profilo giuridico, economico, scientifico e sociale, problemi di rilevante interesse nazionale, anche al fine di promuovere riforme legislative nonché l’idonea e corretta applicazione di norme già esistenti ma non ancora attuate”.
Si trattava di un passo in avanti estremamente importante e significativo, peraltro in linea con il lionismo del nuovo corso e con l’obiettivo di assecondare, su un piano più generale e non circoscritto all’assistenza dei bisognosi, l’intento dell’Associazione di affermarsi come un movimento di proposta in grado di dialogare, come parte attiva, con le istituzioni rappresentative.
L’atteggiamento nei confronti di questo nuovo modo di essere del lionismo non fu né univoco né di incondizionata accettazione. Ancora negli anni novanta, sulla rivista LION e nel Congresso Nazionale di Bari del 1990, furono espressi dubbi e perplessità, anche da parte di autorevoli personaggi del lionismo.
L’interrogativo “Centri Studi o Centri di potere?” fece sì che da un canto il Centro Studi del Distretto 108 L non dovesse occuparsi di problematiche lionistiche (limite che il Congresso di Sabaudia del 2003 rimosse su proposta dello scrivente); e, su un piano più generale, che non potesse ipotizzarsi la creazione di un Centro Studi nazionale in grado di fungere da supporto del Consiglio dei Governatori. Si cercò di ovviare realizzando nel tempo Convegni dei Centri Studi aventi per oggetto l’approfondimento di tematiche di comune interesse (esempio temi di studio, service nazionali) con l’evidente, anche se non dichiarato, intento di creare una grande comunità culturale basata sul pensiero libero e scevra da qualsiasi finalità di ricerca ed imposizione di un pensiero prevalente.
Alcuni postulati vanno ora messi in evidenza per disegnare un possibile ulteriore percorso evolutivo. I Centri Studi sono un punto vitale per la vita dei distretti e del lionismo in genere; hanno la natura di organismi serventi essendo a disposizione del Governatore, dei club e dei comitati che ritengono di interpellarli; devono caratterizzarsi come istituti di cultura, comprendenti nel loro seno Lions, uomini e donne, culturalmente qualificati e dotati di specifiche competenze; devono operare come centri di pensiero propulsori al servizio, sapendo che un pensiero senza azione è sterile, ma un’azione non supportata dal pensiero risulta frammentaria, occasionale ed improvvisata.
Nel 2019 i responsabili dei Centri Studi si sono interrogati sulla possibilità di incentivare tale cammino evolutivo, analizzando l’utilità di incontri e di comuni iniziative per avvicinare tale ambizioso obiettivo. Di questo scriverò in un numero successivo della Rivista.

P.S.: Il testo è stato scritto anche in rappresentanza dei Centri Studi dei Distretti Ia2, Ib4, Ta1, Ta2, Ta3, Tb, A, AB, La, Ya, Yb.

*Presidente Centro Studi del Distretto 108 L.