Fame zero

Fame zero

I dati forniti annualmente dallo State of Food Security and Nutrition in the Word ci informano sull’entità del problema della fame del mondo stimando nel 2019 in circa 700 milioni le persone che hanno sofferto di fame, con un incremento del 10% circa rispetto all’anno precedente. Ciò significa che per via dei costi elevati troppe persone al mondo non godano di una sufficiente alimentazione. Di Filippo Portoghese

I capi delle maggiori organizzazioni mondiali che si occupano del problema alimentare si erano dati una scadenza, il 2030, come punto finale in cui il problema alimentare avrebbe raggiunto la sua soluzione, ma oggi ammettono che tale obiettivo – socialmente encomiabile – sia realisticamente irraggiungibile e non sarà coronato dall’agognato successo. A tal proposito i rapporti dell’Or-ganizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione (FAO), del Fondo Internazionale per l’agricoltura (IFAD), del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), del World Food Programme (WFP) e dell’Organizzazio-ne Mondiale della Sanità (OMS) sono purtroppo concordi nell’ammettere il previsto insuccesso.

“Fame Zero”, secondo obiettivo dello Sviluppo Sosteni-bile, è quindi ancora lontano e sembra irraggiungibile al momento alla data del 2030 come era stato preannuncia-to. Ecco allora che il ruolo delle organizzazioni umanita-rie e di servizio appare fondamentale e non un semplice corollario per assicurare anche marginalmente un miglio-ramento della situazione generale. E in questo ovviamen-te i Lions sono presenti ed utili in ogni forma di sostegno. Dal semplice “studio” delle nuove povertà alla realizza-zioni di progetti e all’invio di materiale direttamente nei posti necessari, i Lions adempiono al loro scopo istitu-zionale. Un ruolo ovviamente maggiore lo esplica diret-tamente la nostra Fondazione Internazionale (LCIF), che noi tutti bel conosciamo, quando si prodiga al servizio dei richiedenti per sopperire urgentemente alla “non nutrizio-ne”, specie in caso di calamità naturali.
Una dieta sana ci viene riferito abbia un costo di almeno 1,90 dollari al giorno, che è stata fissata come soglia della povertà a livello internazionale. I costi salgono di ben 5 volte se ad una dieta ricca di amidi si propone una inte-grazione dietetica ricca di nutrienti, proteine, vegetali e animali contenute in prodotti alimentari decisamente più costosi. E le stime ci dicono che circa 3 miliardi di perso-ne sono bel lontane dal potersi permettere una dieta suf-ficientemente adeguata. Questa situazione è decisamente più pesante nei bambini e nei disabili, vere vittime della pandemia della fame.
Una maggiore e adeguata somministrazione dei pasti spe-cie nell’infanzia potrebbe peraltro diminuire tutte le pato-logie che la denutrizione produce anche in età maggiore con risparmio nei costi assistenziali.
Quali le soluzioni? Provo a sintetizzare un elenco di cose plausibili in cui i Lions possano operare: politiche di in-vestimento maggiori nel Paesi interessati; riduzione degli sprechi alimentari; miglioramento della filiera alimenta-re; miglioramento delle tecniche di produzione agricola; riduzione mirata dei costi di produzione, conservazione e trasporto degli alimenti con sovvenzioni governative; miglioramento della istruzione, della comunicazione ed informazioni sull’argomento dando priorità alle classi di età ed economiche più bisognose; miglioramento degli stili di vita personali, in cui già i Lions hanno dato dimo-strazione di possedere geniale inventiva ed essere presen-ti e attivi con la creazione di club ad hoc e ogni iniziativa possibile. Solo in Italia finiscono fra i rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari e un bambino su 4 nel mondo soffre di deficit di sviluppo. In Italia circa il 21% dei bambini lo stimiamo in sovrappeso, notando peraltro l’incrocio con l’incremento dei dati che dimo-strano aumento della pandemia diabetica per eccessiva assunzione di zuccheri.
I Lions svolgono un ruolo fondamentale in ogni spazio di questa situazione…

• Operano per fornire assistenza agli indigenti.
• Favoriscono opere di sviluppo in campo nazionale e in-ternazionale (LCIF).
• Organizzano service per prevenire malattie da depaupe-ramento alimentare.
• Svolgono campagne di sostegno diretto grazie a raccolte alimentari.
• Potabilizzano acqua in aree prive di condizioni igieni-che essenziali.
• Effettuano opera di istruzione sulle tecniche lavorative agricole ed industriali.
Non solo quindi un sostegno, un “sussidio” ma anche un’opera di istruzione per rendere migliori ed autosuffi-cienti le popolazioni locali in situ variandone in meglio le condizioni di vita. Nei vari incontri di club, distrettuali, nazionali, nei forum e nelle convention internazionali i Lions riservano sempre maggior spazio al problema della fame nel mondo e questo ci deve rendere orgogliosi anche perché i Lions sono altresì attivi e sensibili in ogni oc-casione per migliorare le condizioni climatiche, sanitarie e sociali di chi ha bisogno. Siamo quindi orgogliosi di quanto abbiamo ideato, organizzato e finora condotto e realizzato, con l’impegno di moltiplicare i nostri sforzi di solidarietà per migliorare le condizioni generali della no-stra vita. Aria, acqua, terra, cielo e mare persistono bene, forse meglio, anche senza di noi.
Noi invece abbiamo bisogno del benessere di tutti gli uomini, delle donne e soprattutto dei nostri bambini per sopravvivere. Rendiamo il nostro mondo più equo e soli-dale per viver meglio anche noi.