Piccoli e grandi service

Piccoli e grandi service

COME SARÀ LA VITA DOPO IL COVID? *

Risponde Giuseppe Bottino Piccoli e grandi service

Caro Franco, caro Sirio, non posso che concordare con voi sull’importanza di impegnarsi in service di grande impatto e visibilità, concentrando energie e risorse su obiettivi condivisi, e dal maggior numero possibile di club. Questo è l’auspicio, ma (vedi eventi recenti) ci siamo resi conto che i club sono, sì, subito pronti ad attivarsi su ser-vice, diciamo, “imposti dal fato”, ma assai meno propensi se invece sono “proposti” da MD, Distretti, ecc. È un dato di fatto o è correggibile?
Diversamente non sono convinto, per quella che è la mia esperienza, sull’inefficacia dei service locali, anche se piccoli, specie quelli effettuati in provincia da club che gravitano su territori di poche decine di migliaia di abi-tanti. Service piccoli, è vero, di impatto insignificante a livello nazionale, ma che nell’ultimo decennio hanno creato, goccia a goccia, un legame forte con le istituzioni e le popolazioni locali, aumentando notorietà, credibilità e fiducia nella nostra associazione.
La capillare penetrazione sul territorio dei Lions Club italiani è dovuta sicuramente ai grandi service, ma anche alla miriade di quelli piccoli, che hanno lasciato un segno “umanamente” tangibile fra la gente. Certo non da quei club che continuano, come ha anticipato Franco, a cro-giolarsi in service vecchi e poco efficaci, per non dire inu-tili, per pura autoreferenzialità.
Con le nostre molteplici e diversificate attività di servizio, e la nostra costante presenza fra la popolazione (fiere, sagre, eventi… anche nei comuni con poche centinaia di abitanti), con gli screening nelle piazze e con i service in scuole, asili, RSA, comunità, parrocchie, ecc. abbiamo risolto dei pic-coli, ma anche grandi problemi, e aiutato molte persone in difficoltà. È così che, grazie soprattutto a bambini e anziani, che hanno fatto da portavoce nelle famiglie, siamo riusciti a “raccontare” chi siamo e cosa facciamo, aumentando, non solo la notorietà, ma anche l’apprezzamento. Quest’anno si è creata un’impennata di service contro il Covid, e ne siamo tutti orgogliosi, ma quasi azzerando quelli dove la componente umana su cui tanto abbiamo combattuto negli ultimi decenni per far sì che i club, che prima si limitavano a staccare un assegno e spedirlo, decidessero di metterci la faccia e di scendere in piazza fra la gente. Adesso, nuovamente, ci limitiamo a bonifici, consegna pacchi, email e, al massimo, telefonate.
Il Covid ci sta privando di una parte importante di questo collante interpersonale fra Lions e cittadinanza, ma anche fra socio e socio, specie fra quelli “in prima fila” e quelli “in fondo all’aula”. Per questi ultimi ci sono le quote da pagare, ma senza più conviviali ed essere ripagati dal pia-cere di “stare insieme” e di “fare insieme” cose utili agli altri… e così, causa Covid, danno le dimissioni.
*Governatore del Distretto 108 Ia3 nel 2009-2010.