VACCINAZIONI, IO LA PENSO COSÌ…

VACCINAZIONI, IO LA PENSO COSÌ…

Nella certezza che i valori del lionismo impongano ai Lions atteggiamenti e comportamenti di prudenza e di attenzione verso gli altri, abbiamo chiesto ai Lions “Che ne pensi della campagna vaccinale in corso e come giudichi il fenomeno dei no-vax, in particolare per quanti operano nei servizi pubblici (sanità, scuola, impiego pubblico) o per quanti svolgono attività in presenza come avviene nei nostri club?”.

Da che esistono i vaccini alcune malattie sono state debellate; molte malattie fanno meno paura; l’età media della popolazione è aumentata: non solo per il ruolo dei vaccini ma sicuramente anche per questo. Migliaia di miliardi di dosi vaccinali sono stati fatti nel mondo, nella totale indifferenza della popolazione.
Cosa è cambiato questa volta? Non la natura dei vaccini. Non la sperimentazione (per il Covid in pochi mesi il vaccino è stato testato in un numero di pezzi centinaia di volte superiore a quelli su cui vennero testati i vaccini del vaiolo o del morbillo). Non la sicurezza (oggi le tecniche di fabbricazione sono migliaia di volte migliori di quelle di allora). L’unica cosa che è cambiata è la comunicazione.
Molti credono che sia migliorata l’informazione, ma non è così: è solo moltissimo aumentata in quantità, non certo in qualità. Cioè è aumentata la comunicazione, come detto, senza che sia migliorata l’informazione. Con l’attuale comunicazione globale la popolazione si è convinta che sia possibile parlare di qualsiasi argomento, che sia facoltà discutere di ogni cosa; che tutto sia opinabile. Non è vero. Non si può discutere pubblicamente del risultato di 2+2. Non si può sostenere che la terra sia piatta. La scienza, ancorché quasi mai foriera di verità assolute, non è democratica ma è dispotica: procede per avvicinamenti alla verità assoluta attraverso procedure sperimentali ben precise ed anche se quello che è vero oggi può non esserlo più domani, solo una stretta minoranza di scienziati esperti della materia hanno il diritto/dovere di discutere dei risultati e fornire le verità in quel determinato momento da seguire, obbligatoriamente e ciecamente, da parte della popolazione.
So che a molti quello che dico non piacerà, ma così è. E nessuno discute quanto si è discusso di questi vaccini, sull’indice terapeutico delle terapie tumorali (nella maggioranza di casi molto più basso). Nessuno discute sugli effetti collaterali delle terapie antidolorifiche o su quelle per le malattie cardiovascolari. Nessuno discute sui risultati di successo della chirurgia nelle varie patologie e tutti accettano che sia il medico a suggerire quale sia la migliore strategia terapeutica possibile.
È semplicemente inaccettabile che non si faccia altrettanto per la Sars Cov2. Magari qualcuno potrà obiettare che il mio parlare sembri poco tollerante, poco politicamente corretto; in realtà la scienza non è tollerante e non è politicamente corretta. E quando c’è di mezzo la salute della collettività, qualsiasi altro ragionamento decade: io posso decidere di non curarmi un tumore, ma non posso decidere di mantenere alti i valori del contagio in una malattia pandemica. Da ciò consegue che sì, a mio avviso la vaccinazione dovrebbe essere obbligatoria; e sarei addirittura dell’idea che quando ne va della salute pubblica, si può andare letteralmente a prendere a casa i riottosi.
Purtroppo la politica – a differenza della scienza – necessita del consenso e si muove di conseguenza secondo principi non scientifici. Ciò porta il più delle volte a soluzioni di compromesso ed il green pass altro non è che una scelta di questa tipo: un compromesso tra ciò che si dovrebbe fare e ciò che ci si può permettere di fare. La democrazia rimane solo il minore dei mali. Per coincidenza, anche il vaccino è sicuramente da considerarsi nel suo campo il minore dei mali. Roberto Cecchi (LC Arezzo Chimera)

Le 45 risposte dei soci e le 8 risposte dei club sono state pubblicate sul numero di ottobre alle pagine 49-60.