Sconvolta la vita di 50 mila persone

Sconvolta la vita di 50 mila persone

Alle 14,15 di venerdì 21 febbraio le strade di Codogno sono già praticamente deserte. Un’immagine così surreale che mai mi era capitato di vedere. L’invito a restare il più possibile a casa è già stato diramato. Gli studenti, anche quelli che abitano nei comuni limitrofi, sono già stati fatti tornare alle loro abitazioni velocemente, accorciando i tempi della giornata di lezioni. Le auto della polizia locale stanno passando per tutte le vie. In mano gli agenti hanno l’ordinanza con cui si dispone la chiusura di bar, locali, negozi, centri sportivi e ricreativi, oratori, banche e uffici postali e la devono consegnare a titolari e responsabili. I volti sono tirati, la paura e lo smarrimento si toccano con mano. Qui, dopo che la sera prima in ospedale è stato identificato un caso di Coronavirus a un uomo di 38 anni, inizia una pagina che sui libri di storia rimarrà per sempre.
Noi che lo stiamo vivendo, non sappiamo ancora tutto quello che succederà dopo e quanto sarà sconvolgente. Capiamo certo, però, che la situazione che si sta creando è eccezionalmente grave. A circa 30 ore da questa serrata generale scatterà la “zona rossa” con i residenti di dieci centri dell’area del codognese costretti a non oltrepassare i confini comunali e sorvegliati 24 ore su 24 dalle forze dell’ordine. La vita di circa 50 mila persone è sconvolta. I medici di base sono tempestati di richieste di aiuto. Non hanno gli strumenti di protezione adeguati e nonostante questo non rinunciano a fornire assistenza ai loro pazienti. Quattro di loro, solo nel Lodigiano, perderanno la vita per questo motivo. Negli ospedali la gente inizia ad essere portata, con le ambulanze, ad un ritmo impressionante. I reparti si riempiono, gli ospedali scoppiano e non si riesce a far fronte a tutte le esigenze di ossigeno. Iniziano i decessi e non si fermano più.
Abbiamo raccolto le voci delle persone che si sono trovate a vivere questa drammatica situazione. Residenti di Codogno che fino al giorno prima conducevano una vita normale e sostanzialmente tranquilla e che in pochissimo tempo hanno dovuto adattarsi all’emergenza. Non si sono, però, persi d’animo e con diligenza hanno portato avanti la loro “missione” di cittadini. (Tiziano Troianello / Giornalista de “Il Giorno”)