In Palestina, la mancanza di cure oculistiche, spesso attribuita alla povertà e al limitato accesso ai servizi sanitari, ha causato molte difficoltà alle persone che necessitano di tali cure. I Lions, attenti alle esigenze delle loro comunità, per la lotta alla cecità stanno utilizzando un sussidio LCIF Sight First di 426.655 dollari e collaborano con il St. John’s Eye Hospital Group (SJEHG), il principale centro di riferimento per i pazienti del Ministero della Salute palestinese e l’unico referente per l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro dei rifugiati palestinesi nel vicino Oriente. Di Jamie Weber
SJEHG visita 128.000 persone ogni anno, eseguendo anche più di 5.000 interventi chirurgici. Però la domanda supera l’offerta e i principali ospedali di SJEHG di Gerusalemme Est, di Hebron, di Anabta e di Gaza non sono in grado di gestire tutti i pazienti e non sempre hanno le attrezzature più idonee per eseguire le operazioni più complesse.
Insieme a SJEHG, i Lions hanno avviato un progetto di due anni per potenziare il servizio e le attrezzature mediche degli ospedali. I Lions stanno anche lavorando per dare visibilità al progetto nelle loro comunità realizzando eventi di raccolta fondi e i Lions medici collaborano con la struttura ospedaliera.
Nel primo anno, il progetto ha consentito a più di 11.000 pazienti di ricevere cure che migliorano la vita, superando il numero stimato di oltre 4.000 interventi. Per continuare a fornire cure oculistiche ai pazienti durante l’obbligo di soggiorno a casa dovuto al Covid-19, gli ospedali hanno implementato misure preventive e protettive. Inoltre, hanno dato la priorità ai pazienti retinici, poiché sono maggiormente a rischio di perdita della vista se non vengono curati in tempo.
La testimonianza di Khawla…
“Non voglio pensare a cosa sarebbe potuto accadere. Questo progetto Lions mi ha salvato la vista e, in un certo senso, la mia vita”, ha detto Khawla, una vedova di 66 anni di Beit Sahour, in Palestina, alla quale è stato diagnosticato un distacco della retina. Khawla aveva bisogno di un intervento chirurgico urgente, che è stato effettuato al SJEHG.
… e quella di Naima
Con una grave retinopatia diabetica e a rischio di perdere la vista, Naima, 54 anni, a Betlemme, era terrorizzata dal suo futuro e dalla capacità di prendersi cura dei suoi 10 figli… fino a quando non ha ricevuto un intervento chirurgico al SJEHG che le ha cambiato la vita. “Sarei diventata cieca ormai”, ha detto Naima. “Mi hanno salvato la vista”.