Non so se l’episodio che vado a raccontare sia veramente importante a livello più generale, ma sicuramente importante lo è stato per me quando ho dovuto decidere una diversa organizzazione del lavoro per condurre in porto un progetto che, quale presidente del Centro Studi distrettuale, mi chiamava direttamente in causa (“Per un rafforzato rapporto fra Distretto e Club”, Distretto 108 L, anno 2019-2020, Quaderno del lionismo 93).
Divenute in marzo impossibili le riunioni in presenza del Centro Studi, ho utilizzato una delega degli altri componenti per operare da solo, con l’esame e l’eventuale approvazione via mail degli altri componenti per la necessaria collegialità. Il telefono, in particolare la “vecchia” e non mai abbandonata linea fissa, si è rivelato uno strumento prezioso, efficace, insostituibile, quasi un “compagno” giornaliero, di cui mi sono avvalso in misura intensiva. Con la mia segretaria del Centro Studi e con i vari componenti si sono succedute telefonate di 3-4 ore ciascuna, in numero elevato. In particolare, con la segretaria, io alla dettatura, lei alla trascrizione, ancora io per la lettura della bozza e la correzione degli immancabili errori di battitura, ancora la segretaria per la trasmissione agli altri componenti e poi a me per le risposte, e così via. Naturalmente, non di rado hanno funzionato sia la linea fissa che quella cellulare, con le persone che si sono “catapultate” sulla linea trovata al momento non occupata.
Ne è valsa la pena ed il quaderno, con le 9 linee guida proposte agli oltre 130 club del distretto, ha preso la luce nei tempi prefissati. Volere è potere! Un detto che mio zio francescano, quando mi seguì da inflessibile tutor durante i miei studi ginnasiali e liceali, tradusse: ”Chi non fa vuol dire che non ha realmente voluto, perché non ci sono limiti insormontabili ed è solo una questione di diversa organizzazione delle proprie giornate”. (Bruno Ferraro / LC Rieti Varrone)