Chiusi nella zona rossa

Chiusi nella zona rossa

21 febbraio, Codogno, paziente 1 di Castiglione d’Adda. Tutto inizia da lì quello che ci ha cambiato profondamente e che continua ancora a cambiare le nostre vite.
Mi è sembrato opportuno che ad esprimersi fossero alcuni giovani di Castiglione d’Adda, zona rossa, paese che ha pagato un grande sacrificio di vite umane. Sono una Leo-Lions Dania Carla Veluti e un aspirante Leo Nicolas Bellotti e a loro lascio questo momento di testimonianza di vita ed esperienza di quei momenti. (Cesare Senzalari / Governatore del Distretto 108 Ib3)

29 febbraio 2020. Un giorno di per sé strano e atteso, di un anno bisestile percepito da semplici spettatori. Il mondo fuori da questa cintura continuava a vivere normalmente, con i soliti impegni, i soliti weekend fuori porta tra amici.
All’interno della prima zona rossa, invece, eravamo chiusi come in una teca cristallizzata, colma di paure. Da venerdì notte era calato un silenzio spettrale, fatto di ansia e terrore.
Quando quel sabato mi svegliai, non udii nessun rumore di macchine o il solito chiacchiericcio di ragazzi che si accingevano ad andare a scuola. Sembrava la classica mattinata dopo una forte nevicata, dove tutto resta immutato e ovattato.
Era iniziato per noi, il nostro inverno personale, una lunga reclusione forzata, fatta di silenzi e sirene a tutte le ore di ambulanze. Luci ed ombre giocavano questa spettrale partita tra la vita e la morte. Alzai lo sguardo e tra i tetti, notai quattro volatili, li osservavo mentre fluttuano liberi, piena di speranza, con la voglia di tornare a vivere pienamente. (Dania Carla Veluti)

Provare a pensare per un secondo ad una esperienza o un momento più significativo, in tutto quello che abbiamo passato durante le prime due settimane di chiusura, non è semplice. Oltre al pensare alla propria condizione come famiglia, non sapendo cosa stesse effettivamente accadendo intorno a noi, quello che sicuramente non potrò dimenticare, è il silenzio assordante, quasi spettrale, che si percepiva in quei giorni, non una macchina, non una voce, l’unica cosa che rompeva la monotonia del silenzio durante la giornata erano le ambulanze che a gran velocità sfrecciavano vicino casa. Fortunatamente a riempire questi silenzi, ci hanno pensato le risate con gli amici, anche se a distanza, in uno schermo colorato e con volti rassicuranti. (Nicolas Bellotti)