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FILIPPO PORTOGHESE
In questo periodo assistiamo a una serie di comunicazioni allarmanti circa l’eventuale attuazione di provvedimenti legislativi futuri che potrebbero limitare la consueta operatività dei Lions club, soprattutto per il timore, da parte dei soci, di incorrere in norme nuove, poco conosciute e apparentemente in contrasto con il tradizionale modo di operare dei Lion.
Il noto medico Franz Fischer, saggista di finissima cultura nato a Vienna nel 1928, soleva ripetere che: “Chi mangia, di solito dimentica facilmente la fame altrui”. Questa citazione apre la porta a numerose considerazioni, ma sottolinea come, per fare del bene, sia necessario comprendere nel dettaglio i bisogni degli altri. Allo stesso tempo, mette in luce un egoismo umano forse inevitabile.
I Lion si distinguono per essere un’eccezione: pur appartenendo a un mondo privilegiato, non dimenticano le necessità del mondo esterno, anche quello più lontano. Proprio in questi giorni stiamo assistendo a una vera e propria gara di solidarietà, con donazioni dirette da parte dei singoli soci alla Lcif, raccolte fondi e azioni sinergiche, spontanee o coordinate dai rispettivi direttivi, per offrire un sostegno morale e concreto a chi è in difficoltà a causa di malattie, guerre, calamità naturali o altre tragiche circostanze.
Il timore – spesso malcelato – di dover affrontare nuove incombenze fiscali, che potrebbero richiedere competenze specifiche, rischia tuttavia di frenare le iniziative e di scoraggiare chi, invece, sarebbe pronto a fare del bene, anche attraverso contributi economici.
È in corso una riforma organica del Terzo Settore, il cui indiscusso precursore è il professor Stefano Zamagni, che ho avuto modo di conoscere e ascoltare più volte, restando incantato dalla sua competenza e dalla chiarezza della sua dialettica.
In molti distretti sono presenti officer competenti che stanno seguendo da vicino la questione, ancor più ora che si attendono nuove indicazioni legislative. Le disposizioni contenute nel Titolo X del Decreto Legislativo n. 117 del 2017 dovrebbero entrare pienamente in vigore a partire da gennaio 2026, dando completa attuazione alla riforma del Terzo Settore.
È importante rassicurare i soci più diffidenti e sospettosi: molte associazioni – in particolare quelle che non operano con regime Iva – non dovrebbero essere coinvolte dalle nuove disposizioni. In tali casi sarà possibile continuare a operare utilizzando il solo codice fiscale, nella massima tranquillità amministrativa.
Sarà quindi ancora possibile ricevere erogazioni liberali, donazioni e contributi pubblici, purché tracciabili, destinati a finalità di interesse generale e privi di scopo di lucro.
Continuiamo ad aiutare chi ha bisogno, offrendo il nostro contributo nella misura in cui lo desideriamo e possiamo, in un clima di serenità, volgendo lo sguardo verso un mondo che ci chiede aiuto.
Il già citato dottor Fischer amava anche dire: “Siamo tutti buoni, finché non ci costa nulla”.
Smentiamolo!