Il valore del femminile

Il valore del femminile

 Mariacristina Ferrario

Conosciamo bene tutti gli svantaggi sociali, lavorativi ed economici che le donne vivono da sempre; constatiamo ogni giorno come la diversità di genere possa trovare, tra le mura di casa, la sua espressione più tragica e violenta, e cerchiamo di superare tutto ciò tentando di creare uno spazio in cui maschile e femminile siano posti allo stesso livello. Dimentichiamo però che, per arrivare a un risultato di vero rispetto e dignità, per entrambi, è fondamentale che uomini e donne siano educati al valore delle reciproche differenze.

È nel riconoscere la natura della donna, la sua sensibilità — erroneamente scambiata spesso per debolezza —, il suo essere la parte più empatica, più predisposta all’ascolto, alla comunicazione, alla condivisione; è nella sua istintiva dedizione nei confronti del partner, dei figli e del prossimo che si scopre la forza del femminile.

Un femminile che sa farsi carico di ogni problema, perché, se l’uomo è considerato il pilastro economico che regge la famiglia, è la donna ad accantonare, il più delle volte, le proprie frustrazioni per risparmiargli quelle situazioni faticose che vengono ritenute, erroneamente, marginali, ma che richiedono invece capacità che solo l’indole femminile possiede.

Ci stiamo impegnando a stravolgere il vocabolario, declinando al femminile i titoli accademici, promuovendo distinguo tra “tutti e tutte”, e vediamo in questo una giusta rivendicazione di un esistere, di cui chi è sicuro di sé non sente, invece, alcuna necessità.

Dovremmo usare le energie per aiutare la donna a diventare consapevole del proprio valore, non disconoscendo o sostituendo, con prepotenza e arroganza, le sue peculiarità, ma diffondendo sensibilità, finezza d’animo, pensiero e capacità di impegno.

Perché è così che può svilupparsi quella “forza di genere” che, se nutrita e apprezzata, sarà in grado di renderla sicura e indipendente, eliminando il rischio di una dipendenza emotiva di cui spesso diventa vittima.

Il femminile, solo se impara a rivendicare la ricchezza del proprio valore umano, sarà in grado di conquistare e difendere i propri diritti.

Perché è dalla convinzione di meritarli, è dall’apprezzamento concreto delle caratteristiche del proprio universo — dove l’intelletto e la razionalità sanno convivere con i sentimenti — che si può giungere a un giusto riconoscimento della donna in ogni ambito: familiare, lavorativo e sociale.

Dovremmo renderci conto che, nell’intimità dell’Essere Femminile, nasce e vive il seme generatore di risposte a quei bisogni di pace, di uguaglianza e di rispetto dei diritti, ai quali tutti, uomini e donne, aspiriamo — e dai quali ci stiamo sempre più allontanando per superficialità, per ignoranza, per pregiudizio.

Volti a un progresso fasullo, che in nome dell’uguaglianza toglie al mondo il bello e il positivo della diversità, dalla quale si trae invece la forza di essere se stessi.

È solo valorizzando l’Essere Umano, attraverso una sana fierezza della propria individualità e una vera educazione all’affettività e al rispetto, che potranno essere superati i limiti, l’emarginazione e le disuguaglianze, per arrivare, finalmente in modo spontaneo, a quei riconoscimenti che donne e uomini meritano, in uguale misura.