Il consumo culturale è una pratica sociale?

Il consumo culturale è una pratica sociale?

DI PAOLO PICCOLO 

Il consumo culturale è un insieme di pratiche, beni e luoghi che riesce ad avere effetti sulla stessa identità di un paese, sulla ricchezza interna e nella costruzione della sua identità collettiva tesa alla conoscenza e alla felicità. L’unico modo di essere felice è fare qualcosa che tu consideri buono, giusto, essenziale. In ogni altro caso potrai attraversare dei momenti di gioia, di allegria, di contentezza, anche istanti di felicità; ma ti resta sempre, nel fondo dell’animo, l’impressione di aver sbagliato e un senso di vuoto, di incompletezza. 

Nell’innamoramento troviamo il massimo della felicità: tutti i nostri desideri sono concentrati su una sola persona, che è la nostra unica e definitiva meta, il fine ultimo al di là del quale non ne esiste un altro.

Ma in altri momenti o in altre persone il fine ultimo, la meta essenziale può essere diversa.

Si tratta di un mondo in cui non mancano informazioni e pressioni, e al tempo stesso proliferano le distorsioni, le dubbie letture, i pregiudizi, le opinioni del web che troppo spesso sono ascoltate come verità accertate. Definire il campo del consumo culturale non è un compito facile, perché il “campo” di indagine è articolato, a volte confuso e comunque con confini instabili. Le informazioni sui consumi abbondano e si trovano ovunque, e le stesse fonti hanno un approccio sistemico altalenante. La cultura non è facile da misurare.

Ecco allora che il mondo della cultura si presta ad essere osservato e studiato attraverso le nostre iniziative, come i progetti di inclusione o di sostegno per chi è meno fortunato di noi. Può essere la raccolta di occhiali usati o di contributi per i nostri cani guida per non vedenti, ma anche mete più semplici possono darci entusiasmo e voglia di partecipare. 

Mi riferisco in particolare a tutte quelle iniziative fatte nelle scuole, in città e nelle periferie urbane, ovvero nei diversi contesti anche di maggior complessità e fragilità sociale. I Lion sono sempre sensibili a promuovere istruzione e cultura.

Nel processo di formazione/istruzione, lo studente non ha ruolo passivo, ma attivo, essendo un essere pensante con dei bisogni, interessi e attitudini. D’altro canto, il maestro ha un proprio sistema culturale di cui fanno parte un programma, una metodologia, un insegnamento, e tale sistema presuppone da parte degli allievi una partecipazione attiva: ciò gli consentirà di continuare a coltivarsi da solo anche dopo la scuola. In altre parole, possiamo dire che l’allievo avvia una reazione più che un’azione, cioè reagisce all’azione dell’insegnamento dell’insegnante. Dunque è importante che l’individuo al di fuori della scuola continui a coltivarsi, per evitare che diventino incolti e arrugginiti come un arnese, e cioè per evitare quel processo di abbandono e, per di più, regressione.

Con la nostra organizzazione siamo presenti per una “coltivazione continua” dei giovani, anche sollecitando la lettura di riviste, libri, giornali e quant’altro, tutti mezzi eccellenti per essere informati.

La caratteristica più importante della cultura è che essa viene ereditata, per cui la si tramanda da generazione in generazione grazie anche a quei luoghi di custodia quali i libri, i musei, le biblioteche e grazie pure all’attività degli educatori. Se ciò non fosse possibile, ogni generazione si troverebbe costretta a ricostruire tutto, e ciò implicherebbe una regressione a discapito del progresso del sapere.

Un’ultima riflessione riguarda il modo in cui riusciamo a creare emozioni positive a partire da una pratica che impone disciplina e concentrazione quale può essere quella della lettura.

Il consumo culturale è una forma di produzione, ossia produzione di significati per mezzo di segni iscritti o depositati in prodotti culturali (artistici, di intrattenimento). Il confine tra consumo e produzione culturale si confonde: il consumo culturale è in effetti autoproduzione di cultura da parte dei suoi stessi attori, ovvero utenti, utilizzatori, fruitori.

Noi Lion vogliamo promuovere la cultura come testimonianza essenziale della nostra società e di quella futura.