A chi non conosce i Lion

A chi non conosce i Lion

Ascolta questo articolo:

Evelina Fabiani

Mi sono chiesta più volte cosa significhi davvero essere Lion oggi e, ogni volta, la risposta non è mai stata una definizione netta, ma piuttosto un mosaico di pensieri, immagini ed emozioni. Per questo ho deciso di scriverti, per condividere con te questa mia riflessione.

A mio modo di vedere, oggi il lionismo non è soltanto un’appartenenza: è un sentire profondo. Non si riduce a un simbolo, a una spilla, a una cerimonia. È un’attitudine, una scelta che si rinnova ogni giorno. È, più che mai, un pensiero condiviso tra persone che hanno deciso di essere presenti nel mondo, anche quando sarebbe più facile voltarsi dall’altra parte. È un faro che si accende non solo nei grandi gesti, ma soprattutto nelle piccole scelte quotidiane: nel donare il proprio tempo anche quando ne abbiamo poco, nel sedersi accanto a chi è in difficoltà senza indossare medaglie, ma solo un sorriso. È un modo di vivere appieno la propria comunità.

Il lionismo si trasforma, com’è giusto che sia, perché il mondo cambia. Oggi è digitale, intergenerazionale, aperto alle fragilità, più attento all’inclusione. È il lionismo che abbraccia le nuove tecnologie, che cerca di parlare il linguaggio dei giovani. Tuttavia, si sente spesso dire che mancano i giovani. Ma è davvero così? Forse i ragazzi preferiscono forme di volontariato più flessibili, come i progetti a breve termine. Sono più propensi al coinvolgimento in attività online, utilizzando piattaforme digitali per contribuire a iniziative benefiche o partecipare a campagne di sensibilizzazione. La sfida, allora, è quella di adattarci alle loro esigenze. I miglioramenti che auspichiamo sono possibili se diventiamo la spina dorsale di un vero cambiamento, senza mai perdere di vista ciò che conta davvero: la volontà di servire, non per dovere, ma per amore.

Come si vive il lionismo? Con passione, con piccoli gesti quotidiani che spesso passano inosservati ma che fanno la differenza. Con il coraggio di mettersi in gioco, anche senza la certezza del risultato. Con la convinzione che il “noi” può fare molto di più dell’“io”. Ma sai una cosa? Si vive soprattutto “dentro”: quando un bambino torna a vedere grazie a un paio di occhiali, quando una famiglia riceve un pasto caldo, quando un giovane trova una voce, quando ci riconosciamo non come soci, ma come persone unite dallo stesso sogno.

Il lionismo, se lo lasci entrare, ti allarga lo sguardo, ti insegna ad ascoltare di più, a dare senza aspettarti nulla in cambio. È una scuola di umanità continua, silenziosa, preziosa. È molto più di un’organizzazione: è una scelta di vita consapevole. Ed è allora che capisci: il lionismo non si spiega, si vive.

Spero di averti convinto. Ti invito a camminare e servire insieme, non perché dobbiamo farlo, ma perché, insieme, possiamo fare la differenza.