ALZHEIMER… Non siete soli

ALZHEIMER… Non siete soli

ALBINEA LUDOVICO ARIOSTO

Con la forza evocativa della musica, il suono di un organo virtuale Hauptwerk può risvegliare momenti di coscienza, coordinando movimenti del corpo nei malati di Alzheimer. È quel che ha spiegato il maestro d’organo Renato Negri col concerto per organo virtuale Hauptwerk, del 21 settembre, al Centro Sociale “I Boschi di Puianello”, in provincia di Reggio Emilia, donato dal LC Albinea Ludovico Ariosto, all’associazione Aima (associazione italiana malati di Alzheimer – Sezione reggiana), aperto alla cittadinanza, ai famigliari e i caregiver, che li seguono.
La presidente del club albinetano, Silvia Grendene, afferma: “Il nostro club ha deciso di donare questo concerto d’organo ai malati di Alzheimer nella giornata mondiale dedicata a questa malattia. Lo scopo è duplice: sociale, per sensibilizzare la società civile nei confronti della malattia e della demenza, uno dei più rilevanti problemi di salute pubblica, destinato ad aggravarsi negli anni dato l’invecchiamento della popolazione. Inoltre dare un momento di sollievo e piacere ai famigliari e caregiver di questi malati, perché non si sentano soli. E poi vi è uno scopo di promozione della salute, dato che, come è noto, l’ascolto di musica gradita può sortire effetti positivi su comportamento, cognitività e psicologia della persona affetta da malattia di Alzheimer. Noi Lions investiamo le nostre energie e mettiamo a disposizione ogni nostra risorsa per essere al servizio di chi ha bisogno e oggi siamo qui, vicini ai pazienti affetti da demenza per ricordargli “Non siete da soli”. Con la musica voglio vi giunga il nostro impegno “We serve”. “L’organo elettronico, col sistema Hauptwerk, permette di muovere tutto il corpo mentre si suona – spiega il maestro Negri – e mi sento molto onorato di aver potuto tenere questo concerto, perché permette di vedere i movimenti che si compiono suonando, di suonare copie virtuali, ad altissima qualità, di numerosissimi organi di tutte le epoche e di tutte le scuole, in modo interattivo, e terapeutico”. (Mariagiuseppina Bo)