DI MARTA GALLIANO
Nel cuore di Milano, “L’Abilità” rappresenta un esempio straordinario di dedizione verso i bambini con disabilità e le loro famiglie. Ho avuto il piacere di intervistare il dottor Carlo Riva, direttore tecnico dell’associazione, che ha condiviso con noi la visione e le sfide che animano questa realtà. “L’Abilità” accompagna anche mio figlio Venny, un bambino di sei anni con disturbo dello spettro autistico, in un percorso di crescita e inclusione.
Dottor Riva, può raccontarci come è nata “L’Abilità” e quali sono i suoi obiettivi principali?
«“L’Abilità” è nata nel 1998 da un gruppo di genitori e oss che volevano rispondere ai bisogni complessi dei bambini con disabilità. Oggi seguiamo circa 200 bambini ogni anno, di cui il 50% con disturbo dello spettro autistico. Il nostro obiettivo è costruire progetti personalizzati che mettano al centro il bambino, non la sua disabilità. Lavoriamo perché possano vivere esperienze significative, sia nei centri sia nei loro ambienti quotidiani».
Come si concretizza questo approccio nei vostri servizi?
«Abbiamo sviluppato tre servizi dedicati ai bambini con autismo: Agenda Blu, Le Piccole Case e Case Manager Autismo. Il nostro metodo si basa su cinque pilastri: educazione, progresso, spazio, materialità e identità. Un esempio pratico è il nostro LudoLab, dove il gioco diventa uno strumento terapeutico fondamentale».
Qual è il ruolo delle famiglie nel vostro percorso terapeutico?
«Le famiglie sono parte integrante del percorso. Offriamo sostegno psicoeducativo ai genitori e percorsi dedicati ai fratelli dei bambini con disabilità. Per noi è fondamentale creare un dialogo costante con le famiglie, perché il successo di un intervento si costruisce insieme».
Avete collaborazioni con le scuole per promuovere l’inclusione?
«Certamente. Lavoriamo a stretto contatto con insegnanti e istituti scolastici per garantire che i bambini possano partecipare attivamente alla vita scolastica. Organizziamo incontri formativi e offriamo supporto continuo per adattare le strategie educative alle esigenze specifiche di ogni bambino».
Che tipo di sinergia immagina tra “L’Abilità” e il service Lion “Autismo e Inclusione”?
«Vedo una forte connessione. La formazione e la sensibilizzazione sono pilastri del vostro service e sono anche centrali per noi. Potremmo organizzare eventi comunitari e percorsi formativi per educare la società sull’autismo. Inoltre, un supporto concreto, come fondi o materiali, potrebbe aiutarci a mantenere i nostri servizi accessibili anche alle famiglie più fragili».
Un messaggio per il futuro
“L’Abilità” ci ricorda che l’autismo non è una diagnosi statica, ma un mondo di possibilità da esplorare. Il dottor Riva sottolinea: «Dietro la parola autismo ci sono bambini unici e famiglie che ogni giorno affrontano sfide immense. Il nostro compito è garantire loro diritti, opportunità e supporto». Come Lion, possiamo essere parte attiva di questo cambiamento, costruendo una cultura dell’inclusione dove davvero nessuno sia escluso.