Giuseppe Bottino
Intervista a Matilde Calandri, coordinatrice New Voices Md e IA3, sul service “Cura chi li Cura”.
Come è nata l’idea di questo service?
«Da una richiesta di aiuto arrivata direttamente dalla responsabile dell’ambulatorio “Bambi” dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, la dottoressa Claudia Bondone. Questo ambulatorio, attivo 24 ore su 24, è nato nel 2002 per individuare abusi, maltrattamenti, trascuratezza o abbandono di minori e per poter intervenire, dopo una corretta e precoce diagnosi, con le migliori cure da parte di medici, assistenti sociali, psicologi e, se necessario, di altri specialisti.
Fin dal primo incontro, ho sentito il dovere di offrire supporto agli operatori per aiutarli nella gestione del loro lavoro. Così il comitato New Voices ha deciso di sostenere il service per far conoscere questa realtà, cercare i fondi necessari per attuarlo e dargli anche un nome: “Cura chi li Cura”».
Come funzionerà il service “Cura chi li Cura”?
«Serve una premessa: le professioni in ambito sanitario, sociale e psicologico comportano rischi legati allo stress e all’intenso coinvolgimento emotivo. Questi professionisti, che affrontano quotidianamente le sofferenze dei bambini vittime di abusi, hanno il difficile compito di supportare persone con profondi disagi e traumi, ognuna con storie familiari e psicologiche diverse. L’approccio personalizzato è essenziale, poiché gli schemi standardizzati sono inefficaci. Tutto ciò ha reso necessario, a sostegno del processo terapeutico previsto, l’inserimento funzionale di un ulteriore ruolo di supervisione. Anche le linee guida internazionali sui maltrattamenti minorili raccomandano che le équipe dedicate abbiano accesso a una supervisione capace di gestire i rischi derivanti dall’interazione con le situazioni traumatiche e affrontarne le difficoltà, come la riduzione dell’empatia e i giudizi inadeguati, che potrebbero compromettere la qualità del lavoro».
Quali sono le competenze operative della supervisione?
«Mantenere performance diagnostiche e terapeutiche elevate, ridurre i possibili rischi di stress emotivo e professionale degli addetti, favorire una comunicazione più organica ed efficace all’interno del team, contenere le soggettività e migliorare l’approccio in caso di situazioni complesse».
Pensa di poter estendere questa esperienza al MD?
«Sì, visto che purtroppo situazioni simili esistono ovunque, New Voices potrebbe farsi portavoce di questa esperienza anche in altri distretti, valutando le necessità del territorio. L’altro nostro obiettivo è fare in modo che “Cura chi li Cura” non si esaurisca in un anno, ma che, grazie al buon esempio dei Lion, venga sostenuto dalle autorità regionali competenti e che la funzione della supervisione sia ufficialmente riconosciuta, adottata e finanziata annualmente».
Bisognerà quindi curare anche la promozione!
«In Italia i minori vittime di soprusi sono molte migliaia. Chiederemo a tutti di aiutare chi li cura.
L’obiettivo dei Lion è sensibilizzare club e soci a promuovere questa supervisione, fornendo i fondi necessari a sostenerla. Una locandina personalizzabile col nome del club supporterà il service. Un service di aiuto agli operatori per offrire ai minori vittime di abusi e maltrattamenti un percorso di cura più umano ed efficace».
Per informazioni:
matildecalandri@gmail.com